Oggi ho tradotto un interessantissimo articolo scritto da Peter Boylan Sensei nel suo Blog "The Budo Bum" che potete trovare qui
MAESTRIA E CINTURA NERA
di Peter Boylan Sensei, tratto da The Budo Bum
tradotto con il premesso dell'autore da Loris Giopp
Sul suo Blog The Stick Chick blog l’insegnante di Arnis Jackie Bradbury , ha scritto un bell’articolo intitolato “sono veramente una cintura nera” che mi ha portato a pensare ai livelli di abilità e di maestria.
Da qualche parte nel passato, la cintura nera è divenuta sinonimo di Maestria, ma non è lo stesso significato che viene dato in Giappone, ove il primo livello di cintura nera viene chiamato “Shodan”
初段
che significa “passo iniziale”.
Molte arti tradizionali in Giappone nemmeno usano il sistema di graduazione in Dan ( o le cinture colorate), ma al di fuori del Giappone la cintura nera ha acquisito il significato di Bravura e Maestria, e questo è quello di cui voglio parlare.
Che cos’è la Maestria in un’arte marziale? Quando capiamo che l’abbiamo raggiunta? Non sto parlando di riconoscimenti esterni come i diplomi o certificati, ma della Maestria stessa.
Pratico arti marziali da circa 30 anni, uno dei miei insegnanti lo fa da 85 (non è un errore di battitura) e più lo faccio, più i gradi perdono significato, ma riesco a capire di cosa stia parlando Miss Bradbury. In che momento hai capito di aver padroneggiato l’Arte? Quand’è che cessi di essere un Apprendista che necessita di essere indirizzato ed inizi ad essere un Artigiano che può indirizzare il proprio lavoro e quello degli altri? Quando raggiungiamo questo livello di Maestria?
Cosa si intende per Maestria in un arte marziale? Jackie Bradbury ha riconosciuto un momento critico di questo percorso nella capacità di vedere i collegamenti fra le tecniche e le azioni, e la propria capacità di scegliere percorsi differenti sapendo dove porteranno.
La Maestria è un concetto molto relativo, se mi raffronto con persone che hanno appena iniziato ad addestrarsi con la spada, sembra quasi che io ne sappia un bel po’, la mia presa è buona, so come respirare e come muovermi, uso le anche nel modo corretto. Come Miss Bradbury, so cosa sta succedendo e cosa succederà nella maggior parte dei casi e come un avversario possa essere bloccato su un sentiero instabile.. in confronto ad un principiante sono piuttosto bravo.
Ma raramente cerco un confronto con un principiante, la mia pietra di paragone è sempre il mio insegnante, visto che Kiyama Sensei pratica da 85 anni mi sento sempre un principiante con lui, quello che io riesco a fare bene con un certo sforzo a lui riesce meravigliosamente senza nemmeno provarci. La sua presa è stupenda, i suoi movimenti eleganti, efficienti, potenti, e questo è il livello di bravura con cui mi paragono.
Quando sono onesto con me stesso, ammetto di essere ad un livello di Artigiano.
Che cosa qualifica un praticante come un Artigiano?
Penso che servano diversi attributi:
- Un Budoka Artigiano è capace di respirare e camminare correttamente (sono serissimo).
- È in grado di praticare i Kihon correttamente senza pensarci
- Ha la capacità di effettuare una tecnica senza concentrarvisi
- E’ in grado di vedere i propri errori e di capire come correggerli.
Quando hai raggiunto queste capacità, sei un Artigiano.
Ho già scritto un blog intero sul respiro e la camminata, quindi non ci spenderò altre parole, ma dirò solo che un Artigiano respira dall’addome per ottenere il massimo dell’efficienza dai polmoni, cammina eretto senza ingobbirsi o estendersi indietro, ed il suo movimento prende la forza da Koshi (Fianchi)
Un Artigiano ha padroneggiato i Kihon, i Fondamentali, dell’Arte al punto che li può mostrare senza pensarci anche se distratto. Essi appaiono corretti da soli, che siano gli affondi di un Bo, i tagli di una spada, il volteggio di una Naginata, il pugno del Karatè o la proiezione del Judo.
Kihon - Fondamentale
Il Kihon, semplicemente, succede. L’Artigiano ha raggiunto un livello in cui fare i fondamentali è inconscio, e deve pensarci veramente per farli vedere sbagliati.
Quando pratica le tecniche a pieno, e non più i Kihon, l’Artigiano può eseguirle mentre processa altre informazioni. Come descrive Miss Bradbury, può eseguire la tecnica e pensare alle sue conseguenze e come si connetteranno con la tecnica stessa.
Nel judo pratichiamo molto i Renzoku Waza, tecniche collegate l’una all’altra continuamente senza mai interrompere l’attacco. Anche se mentre la tecnica avviene viene bloccata dall’avversario, un Artigiano può spostarsi su un’altra tecnica che si avvantaggia della risposta dell’ avversario. Un artigiano può vedere queste catene con naturalezza e si ritroverà a spiegare agli studenti perché certe tecniche o attacchi siano una pessima idea. L’Artigiano può vedere la tecnica e le conseguenze che ne derivano, lo studente non ci riesce.
Un Artigiano ha raggiunto sufficiente comprensione ed abilità da dirigere l’allenamento di qualcun altro o il proprio, vede ciò che deve essere corretto nella tecnica dello studente e nella propria, avverte se sta facendo qualcosa nel modo sbagliato. Vede l’errore dello studente e riesce a vedere che la radice del problema è che sta usando il mignolo destro invece del sinistro, che il problema alle spalle è generato dalle anche.
Un Artigiano riesce a fare la stessa analisi su se stesso e risolvere i problemi della propria tecnica, il che è considerevolmente più complicato. Non ci vuole molto perché un principiante riesca a vedere le debolezze nella propria tecnica ed in quella degli altri, ma non è la stessa cosa vedere il problema e risolverlo.
Quando un Artigiano scopre un problema con la propria tecnica ha la capacità e la conoscenza profonda necessari a comprendere cosa lo sta causando e trovare una via per risolverlo, non vede solo il problema, ma anche il modo per risolverlo.
Naturalmente c’è più della semplice conoscenza tecnica nell’essere un Buon Artigiano, egli comprende i principi ed i fondamenti dietro la tecnica ed applica questa conoscenza per risolvere le debolezze degli studenti, può vedere una vibrazione nell’angolo di taglio della spada e riconosce che deriva da una presa debole della mano sinistra, o troppo forte della destra, ed elabora un esercizio per iniziare a correggere il difetto.
Questo è il livello di maestria che rende qualcuno un Artigiano, che abbia la cintura nera o meno non significa granche’, egli ha interiorizzato fondamenti e tecniche in modo da lasciare libera la mente di analizzare i concatenamenti che ogni tecnica produce.