Abbiamo già avuto modo di tradurre degli articoli di Peter Boylan Sensei, insegnante di judo, spada e bastone di antiche scuole Giapponesi.
Ora, con il suo permesso, abbiamo potuto tradurre in Italiano questo meraviglioso articolo sulla pratica corretta, lo consigliamo a tutti coloro che praticano il Budo, o anche solo che vogliono
fare qualcosa cercando di divenire ogni giorno migliori di se stessi.
Potete trovare l'articolo originale nel Blog di Peter, The Budo Bum,
Dedicato a Mio Padre, Wayne Boylan 1938-2019
Stavo chiaccherando con un amico sulla pratica del Suburi (pratica ripetuta di taglio con la spada) e mi ha riferito
che un suo insegnante dice che non si dovrebbero fare 100 suburi, si dovrebbe fare un solo buon taglio.
Devo dichiararmi d’accordo.
La mera ripetizione non è sinonimo di buona pratica, se stai semplicemente cercando di raggiungere un certo numero di tagli non stai prestando la
dovuta attenzione alla qualità di ciò che stai facendo, sarai disattento ed affrettato.
“La pratica non rende perfetto, la pratica rende permanente”
Mio Padre era un insegnante di musica, non di Budo, ma sapeva molto di più sull’insegnamento e sull’abilità di quanto potro’ mai sapere io .
Ed è vero, sarai bravo solo quanto la tua pratica sarà buona.
Fare migliaia di Suburi farà solo radicare i tuoi errori se non stai consciamente cercando di farne uno migliore dell’altro, la vera pratica è mentalmente stancante quanto lo è
fisicamente.
Quando pratichi in maniera efficiente, stai impegnando la mente tanto quanto i muscoli, sei pienamente cosciente di
quello che stai facendo e stai sempre cercando degli errori.
Ho sempre avuto lo stesso grado di soddisfazione dal mio Budo negli ltimi 30 anni, cioè solo il 10% di tutto quello che faccio.
Quando faccio 100 Kiriotoshi (tagli con la spada) o 100 Hikiotoshi (colpi con il bastone) o 100 Haraigoshi (tecniche di judo) se sono felice di 10 di loro è stata una buona giornata .
Uso troppo la mano destra, ho le spalle troppo rigide (e questo mi infastidisce), non pongo abbastanza anca , la mia postura è troppo aperta, un Tenouchi troppo debole, troppa forza nel taglio,
angoli sbagliati, punta della spada che rimbalza, fuori obbiettivo, il collo curvo, movimenti troppo corti……
Ci sono giorni in cui potrei scrivere dei libri solo per fare una cronaca dei miei errori.
Ma uno dei miei obbiettivi è di cerare di non fare mai due volte di fila lo stesso errore , se lo faccio vuol dire che non ero abbastanza concentrato e mi correggo. In pratica devo cercare di
essere sempre “presente” e di cercare di correggere gli errori, la pratica è tutta nel correggere e migliorare. Non è ripetere ciò che si è appreso.
Fare schifo, si, ma come dice un amico “fare schifo ad un livello più alto”!
Essere coscienti di ciò che si sta facendo e farlo ogni vola un po' meglio, gli errori non andranno via con una correzione, ma assicurarsi di non ripeterli.
La cosa più difficile da correggere, è un errore su cui avete fatto pratica.
Nel mio iai c’è un errore, la mia postura è troppo stretta, ad un certo punto della mia pratica ho deciso che quello che facevo era abbastanza buono e l’ho ripetuto MIGLIAIA di volte. Ora è la
mia posizione di default e tutte le volte che non sto scientemente cercando di allungarla, ritorno ad essa.
La pratica rende permanente.
Quello che praticate è ciò che farete.
Ho praticato una posizione errata ed ora diverrà difficile e lunga da correggere perché l’errore è ormai avvitato a forza nel mio corpo.
Dovrò costruire un nuovo set di percorsi neurali e cercare di pulire questa nuova posizione più lunga finchè non
avro’ sovrascritto il vecchio addestramento, richiederà tempo e dovrò essere rigoroso nel controllare la mia posizione mentre pratico, dovro’ fare più ripetizioni con la postura corretta di
quelle fatte con quella sbagliata.
Non è divertente, ma è quello che dovrò pagare per aver addestrato un errore.
La buona notizia è che una BUONA pratica non è difficile, ed è più interessante di una cattiva, con la buona pratica
sei sempre attento e presente in quello che stai facendo, e puoi correggere subito gli errori che scopri, ed è molto piu’ interessante che fare cento o mille ripetizioni tanto per farle.
Come in molti altri campi, è meglio la qualità della quantità
Come nella musica, non c’è utilità nell’affrettare le cose tanto per dire di averle fatte. Magari fate il Kata una
sola volta, fate attenzione ad ogni vostra debolezza, poi tornate indietro e lavorate solo sulle parti che avete individuato.
Una buona pratica dona del buon Budo, una cattiva pratica dona un cattivo Budo.
Fatte attenzione a ciò che fate e a ciò che non fate, praticate ciò in cui siete bravi, ma ancora di più ciò in cui non lo siete.
se non le praticate, le cose non potranno migliorare, ma se le praticate male, rimarranno sbagliate.
Grazie Papà.
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