Lo Haiku (俳句) è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo e divenuto ormai famoso in tutto il
mondo.
Sembra che la sua forma attuale derivi dalla poesia Waka (和歌) o poesia Giapponese (successivamente
chiamata Tanka
短歌, poesia breve).
Il Tanka era una forma di poesia costituita da 31 More (semplicisticamente tradotte con Sillabe), divise in una sequenza 5-7-5-7-7.
I primi tre versi dovevano essere "autosufficenti", quindi divenne naturale, nel corso del tempo comporre solo questi ultimi...
Ecco quindi che nasce l'Haiku, una forma di poesia alla portata di tutti, una poesia apparentemente semplice ed
immediata che, privata di ogni fronzolo, suscita delle emozioni senza esprimerle, suggerisce delle visioni e crea delle immagini.
Ma, come tutto ciò che è giapponese, Semplice non vuol dire facile, o semplicistico.
In realtà comporre una poesia Haiku può essere piuttosto difficile, tanto che uno dei più grandi Poeti Giapponesi, Matsuo Basho (1644-1694) scrisse:
"chi, nella sua vita, riesce a scrivere cinque buoni haiku, può considerarsi un Poeta, chi riesce a scriverne dieci, è un Maestro"
Matsuo Basho, scrisse migliaia di Haiku nella sua vita, eppure riteneva che solo pochi dei suoi fossero effettivamente dei "Buoni Haiku", intendendo degli
haiku che avessero in sè tutte le caratteristiche richieste.
Come si compone un Haiku?
Come già scritto, un haiku è composto da 3 versi rispettivamente di 5-7-5 sillabe..
Ci sono inoltre una serie di peculiarità che vanno rispettate perchè sia un "vero haiku":
In ogni haiku deve essere presente un riferimento stagionale (il kigo 季語 o "parola della stagione"), cioè unriferimento alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene
composto o al quale si riferisce.
Il kigo può essere un animale (come la rana per la primavera o la lucciola per l'estate), un luogo, una pianta, ma anche il nome di un evento oppure una tradizione, come ad esempio i
fuochi d'artificio per indicare l'estate, la neve per l'inverno, il fiore del ciliegio per la primavera.
Data la loro importanza per la corretta scrittura di haiku, in Giappone vengono redatti dei cataloghi chiamati saijiki 歳時記 ("antologia delle stagioni") che raccolgono tutti i riferimenti divisi per stagione in sette sezioni convenzionali: Stagione, Fenomeni celesti, Fenomeni terrestri, Eventi, Vita umana, Animali e Piante.
Ad esempio:
Tre giorni soli
Vive il fior del Ciliegio
Tre, ma perfetti
(lg)
Il fiore del Ciliegio è il Kigo di questo Haiku
A volte si può usare il Piccolo Kigo, che sostituisce alla stagione, una parola o un immagine del momento del giorno (Alba, Tramonto, Luna, Sole, eccetera)
ad esempio:
Rose appassite
Arrossiscon di nuovo
Solo al tramonto
(lg)
è un esempio di Haiku con piccolo Kigo....
I versi dell'haiku sono generalmente strutturati in modo da presentare almeno un kireji 切れ字 ("parola che taglia"),
ossia una cesura, un rovesciamento che può essere o meno indicato da un trattino, una virgola, un punto, ecc., ma che nella lingua giapponese viene resa attraverso particolari categorie di parole non direttamente traducibili in italiano, come ya や, kana かな e keri けり.
Il kireji ha la funzione di segnalare al lettore un ribaltamento semantico o concettuale, un capovolgimento di significato che può avvenire ad esempio tra il primo e i due versi seguenti, oppure in qualsiasi altra posizione, anche se la tradizione vorrebbe che venga preferibilmente collocato al termine del primo o del secondo verso.
nell'esempio di cui sopra:
Tre giorni soli
Vive il fior del Ciliegio
Tre, ma perfetti
(lg)
si percepisce chiaramente il Kireji fra Tre e Ma (evidenziato dalla virgola)....
WABI-SABI, 侘寂
Il Wabi Sabi rappresenta una percezione tutta giapponese dell'impermanenza delle cose, l'idea che tutto ciò che è naturale deve subire il passaggio del tempo, e che va apprezzato proprio per
questo.
Indica l'accettazione dell'impermanenza e imperfezione delle cose, per questo, secondo questa concezione, non è bello ciò che e' assolutamente perfetto ma ciò che fa dell'imperfezione la propria
bellezza.
Grazie a questa concezione, il Fiore del Ciliegio è divenuto l'epitome assoluto della bellezza, che ha nella sua caducità, nel suo vivere pochi giorni, la sua bellezza.
Nel Film "L'ultimo Samurai", per quanto romanzato e antistorico, il Daimyo Kasumoto ad inizio film compone una poesia (un Haiku, si presume) che viene tradotta
così:
"Se dovessi passare la vita
a cercare il fiore perfetto
non sarebbe una vita sprecata"
ed alla fine del film, mentre sta morendo, Kasumoto sussurra
"sono tutti perfetti"
pur non essendo un Haiku, esprime alla perfezione (IMHO) il concetto di Wabi e Sabi.
Altre caratteristiche che si possono trovare negli Haiku e che li rendono più completi possono essere:
il "sentimento delle cose", cioè la nostalgia, il rimpianto per il tempo che passa, la comprensione della mutevolezza e della caducità senza sofferenza.
YUGEN 幽玄
che tradotto letteralmente significa Profondità e Mistero, il sentimento che ispira il fascino inspiegabile delle cose, dell'universo o delle piccole cose.
KARUMI 軽み
Che significa "leggerezza", la bellezza della semplicità
SHIORI しおり
delicatezza, il fascino che dai versi s'irradia verso il lettore, andando oltre la mera parola scritta, avvolgendo ogni cosa in un vago e indistinto alone di compassione ed “empatia”
NOTE SULLA SILLABAZIONE:
In Giappone un haiku è costituito da Kanji e Kana, che hanno la capacità di essere letti in modi diversi, di essere degli ideogrammi che possono esprimere molto di più di quanto faccia la parola.
In Italiano la sillabazione e le regole della metrica possono essere molto complicate..
se vi cimenterete nella composizione degli Haiku troverete sempre qualcuno che vi farà notare qualche regola che non conoscevate...
il mio consiglio personale è di iniziare con semplicità, contando le sillabe come i bambini...
dopo di che imparate cos'è la Sinalefe...
La sinalèfe (dal greco συναλοιφή = fusione insieme) è una figura metrica in cui nel conteggio delle sillabe di un verso sono unificate in una sola posizione la vocale finale d'una parola e quella iniziale della parola successiva.
Un primo esempio lo si può notare nel verso
« mi ritrovai per una selva oscura » |
(Dante, Inferno I, 2) |
Il suo schema metrico, in cui si evidenzia la sinalefe, è il seguente
Sill 1 | Sill 2 | Sill 3 | Sill 4 | Sill 5 | Sill 6 | Sill 7 | Sill 8 | Sill 9 | Sill 10 | Sill 11 |
mi | ri | tro | vai | per | u | na | sel | va os | cu | ra. |
Tale fenomeno è costante nella metrica italiana, e ogni deviazione da esso è infatti eccezionale, sebbene nel Duecento l'autore può decidere di non applicarla tra segni di interpunzione.
fonte : Wikipedia
Ora, la poesia che ho usato come esempio, ha il numero giusto di sillabe:
Tre giorni soli
Vive il fior del Ciliegio
Tre, ma perfetti
(lg)
Ecco,ora avete le regole base...
cercate di comporre degli Haiku semplici, che fermino un momento, un istante...
Cercate la meraviglia della semplicità, dell'impermanenza...
Componete con lo sguardo disincantato del bambino sempre pronto a stupirsi per ogni preziosa immagine.
Il Fiore non sa
Quanto sia difficile
Perciò lì, Vive
(lg)
S'è rovesciato
Il secchio con la luna
Resta il riflesso
(lg)
Ciliegi spogli
Eppure a primavera
Rifioriranno
(lg)
Senryu
A volte si possono comporre degli Haiku che non abbiano il Kigo, ma sono a sfondo umoristico, o si beffano della natura umana..sono generalmente ironici o satirici, personali.
Raccolgo i cocci
Il gatto indifferente
Sembra innocente
(lg)
a volte la differenza fra Haiku e Senryu non è percepibile, in questo famoso componimento di Kobayashi Issa
Questo componimento contiene sia il Kigo che l'elemento ironico..
E' un Haiku o un Senryu?
In generale, un Giapponese "sente" la differenza fra i due, ma in linea generale, un Haiku non contiene ironia od umorismo.
Qui potrete trovare una selezione di Haiku a cui attingere per ispirazione:
HAIKU DEL MATTINO
VI PIACEREBBE COMPORRE HAIKU?